
Cosa serve per suonare la chitarra elettrica ?
Probabilmente il titolo ti ha strappato un sorriso o forse proprio una sana risata. Se è così mi fa strapiacere perchè sei un chitarrista già
Probabilmente il titolo ti ha strappato un sorriso o forse proprio una sana risata. Se è così mi fa strapiacere perchè sei un chitarrista già
Hai studiato o almeno sei convinto di averlo fatto. Hai imparato tutte le note sulla sei corde, magari hai preso anche qualche lezione a pagamento.
Sulla sei corde elettrica si è già detto di tutto. Avrai letto vari tutorial e approfondimenti su tecniche, esercizi, stili e varie macedonie. Probabilmente saprai
Sei qui perché probabilmente sei alle prime armi con la tua sei corde elettrica e qualcuno ti ha dato qualche dritta per spostare la tonalità
Lo so, hai già visitato diversi siti web. Probabilmente hai già trovato qualche informazione interessante ma nulla di più.Quello che stai cercando è un punto di riferimento per chiarirti meglio le idee o approfondirle su quello che è senz’altro il tuo strumento preferito o quello che probabilmente desideri suonare. Se questi sono i tuoi obiettivi, mettiti comodo e rilassati perché sei nel posto giusto! L’obiettivo di questo sito web è proprio quello di farti assaporare il mondo della chitarra elettrica.Cercheremo di guidarti, attraverso metafore e altre figure retoriche, cosi l’apprendimento risulterà meno noioso. Imparerai a capirne il funzionamento, la sua struttura, le sue parti ma, soprattutto pian piano imparerai a suonarla e se sai già farlo potrai contribuire anche tu al nostro progetto. Chitarrelettriche.com è infatti prima di tutto una community. Dai un’occhiata alla nostra pagina facebook e al gruppo correlato. Ma adesso non perdiamoci in chiacchere ed entriamo nel vivo della faccenda. Iniziamo a vedere:
Da quattro parti fondamentali:
Chitarra gialla e nera in uno studio.
Partiamo dai Pick-up che sono l’elemento che la differenziano da quella classica. Sono dei trasduttori (microfoni) che permettono di convertire la vibrazione delle corde in suono.
Le altre tre parti sono le stesse di una chitarra classica: la paletta contiene le meccaniche per la taratura e intonazione delle corde, il manico è composto dai vari capitasti e quindi serve per pigiare le varie note. Il Corpo (Body) è composto da un unico pezzo di legno (senza cassa di risonanza) sul quale sono adagiati i pick-up e altre piccole parti. Per ulteriori dettagli ti invito a leggere come funziona la chitarra elettrica?
La famiglia delle chitarre elettriche, si divide sostanzialmente in Tipo Fender e tipo Gibson. Quando entri in un negozio di strumenti musicali e chiedi un consiglio sulla tua prima chitarra elettrica, probabilmente questa sarà la prima domanda che ti porranno i commessi. La maggiorparte delle aziende costruttrici si basano sostanzialmente sui principi di costruzione dei due marchi citati qui sopra. Due grandi aziende, che hanno tracciato l’origine e lo sviluppo di questo fantastico strumento musicale. La grande diffusione di questi due Brand è dovuto non solo al design ed ai prodotti di alta qualità che continuano a sfornare ma, anche alla flessibilità con la quale le loro chitarre elettriche si adattano ai vari generi musicali: Rock, Jazz, Blues, Reggae etc.
Solo l’Ibanez propone uno stile e un principio costruttivo, più o meno originale e innovativo e famoso per i suoi fantastici manici che permettono una certa scorrevolezza delle dita e amata quindi soprattutto da chi suona Hard Rock o Metal.
Questi sono i Marchi più conosciuti ma, ti consiglio di dare un’occhiata anche ad altri Brand molto importanti come Cort, che produce principalmente le parti principali delle chitarre per Ibanez e Fender. Epiphone, etc.
La scelta rimane sempre soggettiva!
Se ti può essere d’aiuto, riporto qui alcuni commenti raccolti dalla nostra pagina facebook chitarrelettriche:
“Amo il suono della Stratocaster, trovo che sia una chitarra molto versatile, ti permette di passare da un blues al rock più sostenuto con solo un tocco di pedale. Dai suoni di Gilmour al suo pulito caldo. Ho una Gilmour signature o meglio era una standard modificata in Gilmour signature e la combinazione di far suonare i p.c. ponte e manico insieme le ha dato una marcia in più molto notevole. Ho anche avuto una Les Paul me ne innamorai della sua estetica ma come suono amo e amerò sempre le Fender” Nicola
“Preferisco gli humbuckers. Soprattutto i 57 classic, 4 conduttori oppure gli alnico 2 classic semyour duncan. Avendo avuto e avendo ancora 5 Gibson non ho mai legato molto con i single, e trovo che chiamarli versatili sia un pò azzardato. Generalmente con un interruttore on, puoi staccare una singola bobina e quindi ricavare da un HB un single.Viceversa da un single con il cavolo che ricaverai un suono tondo e corposo tipico di un paf o qualsiasi altro hb. Di conseguenza non disdegnando fender che ha fatto epoca preferisco di gran lunga gibson e prs.
Ovviamente dalla mia modestissima esperienza di costruttore di chitarre da qualche anno,faccio presente a tutti che una set in neck é proprio un altro livello di costruzione…
Quando un cliente mi chiede una chitarra con manico incollato e non avvitato la costruzione diventa più impegnativa per via dei vari angoli da dare a manico e paletta ma il risultato costruttivo risulta essere ovviamente netto. Per questo se dovessi avere una fender andrei di telecaser 52 Nashville.Rispettando le opinioni di tutti e dicendo la mia.Buona musica a tutti.”
“Possiedo una Telecaster con i Pick up Texas Special (e già il nome è tutto dire) e due Gibson Les Paul, una standard con 2 Seymour Duncan ponte e manico splittabili all’occorrenza a single coil tramite degli interventi e con l’ulteriore possibilità di metterli in parallelo,o in controfase. Una GoldTop con i P90. Premesso che, dipende dal gusto personale e da ciò che si deve suonare,io prediligo la standard nella maggior parte di casi,perché ho imparato a gestire bene l’attacco è la saturazione di quei pickup,permettendomi di passare da suoni dolci e fini (attraverso la controfase ad esempio) ad altri grossi e potenti. Sustain e distorsione no paragone con i single coil. La Gold top con i P90 mi permette di avere un suono molto più brillante,a volte acido ,pur mantenendo la grossezza e la struttura tipica della Gibson, molto volume molto sustain,molta più definizione. Infine uso la tele con un accordatura aperta in Fa.
Quando devo suonare brani in cui mi serve di sentire molta corda e meno corpo adotto questa soluzione…
L’accordatura aperta in Fa mi permette di avere un suono delle corde più greve,ma al tempo stesso sferragliante.
Molto dipende anche dagli amplificatori, dai pedali etc etc. .”
Il prezzo di una chitarra elettrica, può variare dai 119,00€ Euro ai 449,00€ Euro circa, per una chitarra “base” o ancora meglio per utenti dai 10 ai 18 anni. Mentre può variare dai 500/600 € Euro ai 1500/2000€ per chitarristi dai 18 ai 90 anni. Ovviamente i prezzi appena riportati, sono molto generici. Come tutti gli strumenti il prezzo varia molto dai singoli dettagli a criteri relativi alla sua costruzione e al suo funzionamento, come ad esempio: il materiale (es. acero, mogano etc.) il Body in generale. Il brand come in tutti gli strumenti è sinonimo di garanzia. Nella pagina qui di seguito, riportiamo e aggiorniamo, le migliori offerte di chitarre elettriche trovate sul web. Qui il Link. Intanto facciamo una breve panoramica dei prezzi delle chitarre elettriche, facendo un pò una media tra quelle trovate sui principali portali web.
Dire quale è stata la prima chitarra elettrica è un pò complicato, perché sia sul web che altrove troverai varie versioni come ad esempio il fatto che sia la Telecaster la prima sei corde elettrica. Oppure la Gibson Es 150. C’è però una cosa che accomuna tutte le versioni e cioè che la prima chitarra elettrica è legata ad un nome e questo è: Adolf Rickenbacker. Fu ,infatti, lui che nel 1931 applicò per primo un Pick-up ad una chitarra Hawaiana, attraverso l’uso di un dispositivo “interno” e non attraverso l’ausilio dei microfoni come fecero i primi jazzisti.
Anche la prima chitarra elettrica ebbe un nome: Frying Pan (padella). Essa infatti era così bizzarra da assomigliare appunto ad una padella. A distanza di 10 anni e cioè nel 1941 nacque la prima Solid Body da parte del grande costruttore Gibson e questa era la Es 150 già citata precedentemente. Nel 1951 la Fender Telecaster fu la prima chitarra elettrica Solid-Body ad essere prodotta in serie.
Le corde rivestono un ruolo di fondamentale importanza nella formazione del suono. Va quindi fatto un cambio corde con regolarità. Vanno selezionate le migliori. Devono essere scelte con cura e cognizione di causa perché una muta inadeguata alle peculiarità costruttive del singolo strumento ne può seriamente compromettere o irrimediabilmente danneggiare la struttura. Vale quindi la pena di attenersi quanto più rigidamente possibile alle indicazioni che i costruttori (almeno quelli seri) forniscono in merito alle scalature da usare sulle chitarre da loro prodotte. Le chitarre elettriche soldi body, sono in grado di controbilanciare meglio differenze di carico anche abbastanza rilevanti e quindi sono più flessibili rispetto alle necessità del singolo strumentista che potrebbe voler (o dover) montare, a seconda delle proprie momentanee esigenze, set di corde di scalature diverse.
Per intenderci, uno stesso musicista impegnato nella registrazione di un disco con un gruppo di jazz potrebbe avere la necessità di usare corde piuttosto grosse, ad esempio delle heavy; mentre un mese dopo accompagnando un cantante rock in un tour, potrebbe voler montare una scalatura light o extra light per ragioni di adeguamento timbrico. Una buona chitarra elettrica dovrà perciò sopportare agevolmente le differenze di tensione che questo comporta, ma non si potrà mai prescindere dalla cura e dai materiali coi quali la chitarra stessa è stata costruita. Quali corde scegliere? Vi sono innumerevoli tipi di corde che possono essere usate allo scopo di personalizzare al massimo il proprio approccio con lo strumento. La tabella seguente mostra le scalature (ossia il diametro delle corde espresso in inches ) più diffuse nelle mute in acciaio “preconfezionate”. Raggruppate secondo le nomenclature che ne danno i maggiori fabbricanti per indicarne i parametri.
Va ancora ricordato come sulle chitarre elettriche debbano essere montate unicamente corde in acciaio nichelato o argentato. Il rivestimento in bronzo, per quanto apprezzato per le proprie specifiche sonore sulle chitarre folk, inficia fortemente la possibilità del pick-up di catturare la vibrazione delle corde, rendendo la voce dello strumento cupa e bassa di volume.
in quanto l’umidità dell’aria tende ad ossidarne il rivestimento, pregiudicandone così le caratteristiche fisiche e strutturali.La frequenza con la quale bisogna cambiare le corde dipende in maniera direttamente proporzionale dalla frequenza con la quale si usa lo strumento. Chi per esigenze professionali suona 8/10 ore al giorno le cambia mediamente ogni tre o quattro settimane; ovviamente hobbisti e dilettanti possono permettersi di sostituirle meno spesso.
L’amplificatore è il cuore del processo sonoro. Suonare una chitarra elettrica senza amplificatore è impossibile.L’unica soluzione alternativa potrebbe essere quella di collegarla al computer attraverso l’uso di amplificatori virtuali (plug-in). I primi studi sull’amplificazione per chitarra iniziarono negli anni ’30 ed erano basati sulla tecnologia delle radio e degli impianti sonori di quel periodo. Il vero fenomeno di evoluzione cominciò negli anni ’50 e ’60 grazie al Rock’n Roll ed al Beat e continua ancora oggi con lo sviluppo dei più moderni e sofisticati sistemi di amplificazione.
E’ lo strumento indispensabile per poter udire ciò che facciamo ed è il maggior responsabile del sound del chitarrista. Molto spesso i chitarristi sanno tutto della loro chitarra e quasi nulla dell’amplificatore, questa carenza porta molta confusione e causa molto spesso cattivi acquisti o addirittura acquisti inappropriati.
Generalmente si tende a possedere due o più chitarre ma un solo amplificatore.Visto che anche ngli amplificatori, come le chitarre, hanno una loro precisa identità e di conseguenza anche un ambiente dove il loro utilizzo è più indicato, sarebbe consigliabile, finanze permettendo, avere a disposizione due o tre tipi differenti di amplificatore da utilizzare nelle diverse situazioni. Un buon suono lo si trova solo conoscendo bene entrambi gli strumenti e, per utilizzarli al meglio è indispensabile conoscere il loro funzionamento e le differenze tecniche tra i diversi tipi di amplificatori e chitarre che ci sono oggi in commercio.
Prima di andare a vedere quale amplificatore scegliere, facciamo una breve panoramica delle sua parti:
La sua funzione principale, è quella di regolare la quantità di segnale in ingresso detta anche gain. Immaginate di avere una vasca da riempire, il preamplificatore è paragonabile alla leva del rubinetto attraverso la quale decidiamo l’afflusso di acqua nella vasca stessa. Oltre ciò, questo apparecchio fa qualcosa in più: arricchisce il segnale dandogli le tipiche sfumature alle quali siamo abituati quando ascoltiamo la nostra sei corde elettrica. Gain, compressione, equalizzazione, distorsione, questi i settaggi principali che possiamo regolare tramite il preamplificatore. Qui su questo link uno dei tanti settaggi consigliati.
Come tutti i finali di potenza, anche qui siamo di fronte ad un apparecchio il cui compito, è quello di prelevare un segnale dal guadagno (gain) basso, per generarne uno più alto da mandare agli altoparlanti. Inoltre l’amplificatore adegua l’impedenza del segnale a quella delle casse. Ovviamente il materiale con il quale è fatto, lo schema di progettazione la classe dell’amplificare (classe d, valvole etc.) contribuisce a formare il timbro.
Altoparlanti
Permettono l’ascolto delle note del nostro amato strumento. Ciò, grazie ad una membrana vibrante che produce delle variazioni di pressione sonora e percepite dal nostro orecchio. Le membrane o coni, all’interno di un amplificatore possono essere una o più di una e avere misure diverse ad esempio un minimo di 8″ (pollici) fino ad un massimo di 15″ (pollici). Inoltre possono essere di impedenze diverse: 16, 8, 4 Ohm e in casi rarissimi di altre impedenze.
A seconda della disposizione o della combinazione di questi tre elementi possiamo avere:
Troviamo il preamplificatore separato dagli altoparlanti e dal finale di potenza. Detto anche Stack, può essere montato sopra gli altoparlanti che possono essere quattro o otto, oppure a fianco onde evitare che le vibrazioni possano danneggiare i suoi componenti. In un amplificatore Full Stack, troviamo due casse con 4 altoparlanti ciascuna ed una testata.
Hanno semplicemente tutte e tre le parti, combinate in un unico blocco.
Modelli più venduti:
E’ l’amplificatore per eccellenza. E’ il primo ad essere stato utilizzato e ancora oggi è ambìto da molti chitarristi. Il suo successo è dovuto proprio alle valvole termoioniche dalle quali è composto e da cui prende il nome. Le sue valvole originano un suono distorto, molto apprezzato dai chitarristi rock e hard rock, mentre il timbro caldo , viene apprezzato anche da chitarristi jazz & blues. Se ti stai chiedendo quali sono i migliori amplificatori valvolari? Secondo il mio umile parere, ti dico che senza dubbio sono quelli prodotti da Fender e Marshall. Ovviamente, come in tutte le cose, si tratta poi di gusti personali.
Modelli più venduti:
A volerla sintetizzare, perché ricordo che una pagina dedicata all’approfondimento sugli amplificatori, questo tipo di amplificatori hanno una risposta più lineare al suono prodotto dai Pick-Up, sono più economici e più leggeri e creano meno distorsione.
E’ appunto un ibrido tra i due amplificatori sopra. Il preamplificatore è valvolare, mentre il finale di potenza è a transistor.
L’amplificatore digitale, converte il segnale analogico proveniente dai Pick-Up in digitale. Ciò consente una rapida elaborazione del segnale. Negli amplificatori di questa categoria, sono presenti quasi sempre una grande varietà di effetti e di processori per la modulazione del segnale.
Gli amplificatori Marshall per chitarra elettrica, sono sicuramente quelli più famosi e probabilmente più venduti.
La scelta di un amplificatore deve essere fatta in base al proprio gusto personale. Esistono diverse filosofie tra i chitarristi. C’è chi preferisce il suono valvolare, chi quello a transistor e chi quello misto. Ci sono pro e contro in tutte e tre le scelte. L’amplificatore giusto è quello che risponde in maniera adeguata alle esigenze personali di suono, qualità e dimensione. Nella scelta di un amplificatore è sempre opportuno porsi due domande:
CHE GENERE DI MUSICA DEVO SUONARE?
Valutate con sicurezza se il suono dell’amplificatore da voi scelto si adatta o meno al vostro genere musicale.
DOVE UTILIZZERO’ L’AMPLIFICATORE?
Gli amplificatori tendono a suonare bene quando sono spinti al 60-70% della loro potenza, può essere quindi inutile acquistare un amplificatore da 100 watt se dobbiamo utilizzarlo in piccoli ambienti.
Se pensate di utilizzare l’amplificatore a casa o in sala prove scegliete una potenza tra i 5 ai 20 watt RMS.
Se pensate di utilizzare l’amplificatore in grandi ambienti o all’aperto la potenza dovrà salire da 50 Watt fino ai 100 Watt RMS
Per stabilire la potenza di cui è dotato un amplificatore dovrete individuare i watt seguiti dalla scritta RMS (Root Mean Square).
I watt seguiti da indicazioni tipo Potenza di picco, Potenza musicale, Potenza di Picco Istantanea (Ipp) sono poco indicativi della effettiva capacità di potenza/lavoro dell’amplificatore.
Attenzione: Non confondete i watt di potenza con i watt di energia consumata dall’amplificatore.
E’ arrivato il momento di trattare qualche principio di fisica. Un argomento un pò “pesante” ma, un vero chitarrista non può non comprendere il funzionamento di un pick-up.E’ il cuore di una chitarra elettrica. La sua funzione è quella di convertire una vibrazione, in suono elettrico.Il pick-up quindi è un trasduttore permette cioè di convertire una grandezza fisica in un’altra grandezza, in questo caso in corrente elettrica. Ciò è possibile grazie all’intuizione di un certo Faraday il principio dell’induzione elettromagnetica. Ovviamente non staremo qui a spiegarti la legge di Faraday che se ne avrai voglia potrai leggerla qui . Quello che faremo adesso è sostanzialmente spiegarti la differenza tra i vari pick-up. Essi si dividono sostanzialmente in Magnetici e Piezoelettrici.
Sono i più usati, e sono composti da magneti: uno o più al quale sono avvolte delle bobine di rame. La vibrazione delle corde, induce una variazione di tensione elettromagnetica e quindi la variazione di suoni. I Pick-Up magnetici, a loro volta si dividono in:
Single-Coil
A bobina singola, sono caratterizzati da un suono deciso e cristallineo ma, data la loro alta sensibilità hanno rumore di fondo elevato. Questo tipo di Pick-Up è tipico delle chitarre elettriche Fender.
Humbucker
Tipici delle chitarre elettriche Gibson, sono l’esatto contrario dei precedenti. Sono cioè caratterizzati da un suono meno definito e più corposo ed eliminano il ronzio di fondo. Il termine “Buck the hum” dal quale deriva il loro nome, significa proprio annullamento del ronzio. Il problema, infatti, del rumore di fondo dei Single – Coil, viene qui risolto con l’aggiunta di un altro magnete.
Le chitarre elettriche, si distinguono sostanzialmente in queste due categorie. Senza girarci troppo intorno: la Solid Body è composta da un unico blocco di legno (solid), senza quindi cassa di risonanza e per tale motivo la sua amplificazione è permessa dai soli Pick-Up. Il corpo può essere realizzato in ontano, tiglio, mogano e in pochi casi in altri materiali.
La Hollow-Body invece ha una cassa di risonanza e per questo detta anche semiacustica. La riconosci facilmente perché ha due fori a forma di F come nei violini. Questa ha un suono più “dolce” ma produce più feedback a causa della sua cassa armonica le cui vibrazioni raggiungono i Pick-Up. Questo problema viene ovviato dal laminato (materiale utilizzato per il body) anziché il massello.
Premettendo che rispondere a questa è come rispondere alla domanda “come scegliere una macchina”? Ovviamente i fattori che rientrano in gioco sono molteplici e soprattutto soggettivi. Però spesso arrivano delle e-mail o richieste del genere. Cercherò quindi di stilare delle possibili linee guida per guidarti nella scelta della chitarra elettrica che più risponde alle tue esigenze. La prima domanda che ti devi porre è:”nuova o usata?”. Se decidi di orientarti verso il mercato dell’usato, ti consiglio di leggere questo articolo qui. Se stai acquistando la tua prima chitarra elettrica, ti consiglio di orientarti verso un prodotto nuovo. Oggi sul mercato, si possono trovare ottime offerte su prodotti nuovi. Risolto il primo dilemma passiamo a vedere quali sono le misure della chitarra elettrica, adatte alla tua età.
Vediamo adesso come viene classificata generalmente la chitarra in base alla sua lunghezza e quindi all’età dell’utente.
In commercio nel caso specifico delle chitarre elettriche, le misure che si possono trovare sono la 4/4 e la 3/4.
Se suoni già la chitarra classica, passare alla sei corde elettrica sarà semplicissimo. In questo sito web troverai tecniche di allenamento particolari ed esercizi speciali sulle scale armoniche che ti torneranno utili negli assoli. Per iniziare ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo dedicato al posizionamento delle note sul manico della chitarra. Ti aiuterà ad eseguire gli accordi in modo corretto. Uno degli errori più comuni, soprattutto da parte dei principianti, è quello di eseguire gli accordi in modo “sporco”. Questo perché il manico di una sei corde elettrica, è più stretto e se i polpastrelli delle dita non premono esattamente sulle singole note, escono fuori pseudo-accordi formati sostanzialmente da corde che “friggono”. Questi sono dei piccoli assaggi sulla tua prima lezione gratis di chitarra elettrica. Periodicamente pubblicheremo queste lezioni in formato Pdf,così potrai scaricarle comodamente sul tuo computer e visualizzarle ogni volta che lo vorrai. Il mio consiglio è di rimanere aggiornato, iscrivendoti alla nostra newsletter per non perderti i prossimi tutorial che pubblicheremo sulla relativa pagina, dedicata ai tutorial.